Vorrei inaugurare questo blog filosofico trattando in tutte le sue sfaccettature uno dei temi a me più cari perché fondanti la vita sulla terra: il nutrimento.

E poichè “pensiero – essere – linguaggio “ coincidono, come spiegò egregiamente il filosofo Parmenide, partirò dall’etimologia della parola “nutrimento” che rimanda alle due radici “na – nu” che ritroviamo nelle parole “natura – nutrice – nutriente – nutritivo” che  indicano l’azione del “generare, nascere, far scaturire, stillare, colare, sgorgare, alimentare, crescere, coltivare, far durare, mantenere, preservare, proteggere”.

Vorrei dunque esplorare il senso profondo che il linguaggio, e il pensare sottostante, svelano rispetto alla dimensione del nutrimento partendo in primis dal significato e valore della natura che è stata l’ambito di indagine dei primi filosofi ionici chiamati appunto naturalisti o pre socratici.

«Tutto è energia, e questo è tutto quello che esiste.

Sintonizzati alla frequenza della realtà che desideri

e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà.

Non c’è un’altra via. Questa non è filosofia, questa è fisica.»

(Albert Einstein)

MADRE TERRA, GAIA, LA NATURA 

La filosofia per me è esercizio del pensare alto o “comprensione della verità con la mente alta connessa al cuore” che scaturisce dalla meraviglia e dalla capacità di svelare ciò che si manifesta di volta in volta restando in ascolto profondo. Una meraviglia che nasce dalla curiosità e dal domandare rispettoso, non pregiudicante ma aperto, dubitante, volto alla continua ricerca umile e amorevole.

Quando cammino nella natura posso davvero pensare, nel senso altro del termine, perché la natura consente e potenzia la mia intuizione creativa nel momento in cui mi accoglie come una madre e si svela donandomi generosamente ciò che è: una forza vitale infinitamente potente, materiale e spirituale, selvaggia, disordinata ed ordinata al tempo stesso.

Nella natura io mi sento libera e a casa, accolta e sostenuta, esposta e protetta, piccola e grande, fragile e potente, capace di essere, pensare ed esprimere ciò che sono. Sento di essere “la vita”, in connessione con la vita, con il divenire dell’esistenza, che nasce e muore, e con l’essenza che sempre permane al di là del cambiamento.

Mentre respiro nella natura in sintonia con gli elementi o archè primordiali (aria, acqua, terra, fuoco) ritrovo me stessa e mi apro oltre i miei limiti “umani, troppo umani”, direbbe Nietzsche, sentendomi parte di un tutto più vasto. Esco dalla solitudine della mia personalità e seguo il richiamo dell’anima.

Forse non è importante capire perché vivo tutto questo dal momento che è un grande dono da accogliere con gratitudine e gioia immensa ma la mente ha bisogno di capire, di dare un nome alle emozioni, “senso al non senso o mistero della vita” pertanto, rispondendo ai bisogni della mente così da acquietarla perché non si spaventi e boicotti l’esperienza di nutrimento, provo a spiegare cos’è la natura attraverso lo sguardo dei primi filosofi greci.

Per loro la natura, “fusis”, era la forza vitale creativa (dal verbo fuo: genero e cresco) che coincide con la totalità degli esseri viventi non solo sulla terra ma  nell’intero universo (pietre, piante, animali, stelle…) inscindibilmente connessi l’uno all’altro da un archè o principio o fondamento o causa prima che identificavano con uno solo o l’insieme dei 4 elementi. Per loro onorare la natura era rispettare la sacralità dei 4 elementi e delle forze che li governano: amore e odio, per Empedocle.

Per i greci la natura era viva (ilozoismo) e sacra non solo perché popolata di (panteismo) ma perché  espressione della “divina intelligenza” o natura naturans.

La natura nel mondo antico ( e fino al 1600) era considerata una dimensione materia e spirituale al tempo stesso, un sistema intelligente e la perfetta unione di elemento femminile e maschile, dove la dimensione femminile della natura si esprimeva nella capacità di madre terra di accogliere, ricevere, contenere, far sedimentare, crescere e proteggere la vita, coltivarla e farla evolvere mentre la dimensione maschile della terra consisteva nello spirito presente nella natura, capace dare forma all’informe, ordine al caos originario, di portare l’informazione alta dello spirito qui sulla terra.

E’ interessante notare come oggi la fisica quantistica confermi e dimostri questa visione originaria della natura come energia intelligenze ed unione di spirito e materia. Infatti tutto ciò che esiste è “bio informazione” e l’universo è visto come una sinfonia armonica di vibrazioni sottili e codici che ordinano e informano la materia.

Nell’universo e in natura nulla è a caso, tutto ha un senso anche se la scienza ancora non sa spiegare il mistero ma inizia ad accettare quello che Bohm chiama “l’odine implicito”, la forza quantica del punto zero.

Oggi la scienza sa che la materia (l’essere) è composta al 99 % di vuoto ma questo vuoto (il non essere di Parmenide) è un’illusione perché è un vuoto “pieno”: ogni atomo è costituito da particelle sub atomiche a loro volta costituite da quanti e stringhe invisibili che non pensavamo esistere ma sono la vera realtà e costituiscono una totalità vivente che si muove armoniosamente rispondendo ad un ordine ancora misterioso ma vero. La natura di presenta come forma apparente o divenire e come essenza eterna oltre le forme, quello che Parmenide chiamo “l’essere”, una realtà unica, eterna, indistruttibile, materiale ed immateriale, invisibile, ovunque presente.

La natura è spirito perché è portatrice di codici o informazioni. Ogni elemento in natura ci parla, se sappiamo ascoltarlo, riconoscerlo, leggerlo. E la natura trattiene l’informazione perché serba il ricordo di ciò che è stato e ancora è: madre terra conserva e protegge nelle profondità del suolo i segni di ciò che ogni essere ha sperimentato e vissuto. Gaia è un serbatoio di memorie … ecco perchè camminando in natura ci sentiamo a casa, visti, riconosciuti, accolti e ascoltati. E senza il costante contatto con Gaia ci sentiamo soli, sradicati, alienati, come figli orfani, abbandonati e confusi.

Abbiamo bisogno di vivere la natura, contattarla, abitarla, esplorarla, respirarla, custodirla e preservarla perché ne siamo parte o, meglio, madre terra e tutti gli esseri sono a noi collegati, inscindibilmente e sincronicamente. Come scrisse infatti Galileo: «Le cose sono unite da legami invisibili, non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella»