Heidegger nel Novecento scrisse che ”la scienza non pensa” ed A. Einstein affermò che “la mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un fedele servo. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono.”

Nel 1600 P. Pascal esortò a “pensare con il cuore” (esprit de finesse) e sperimentare “l’altra faccia della ragione” uscendo dalle distrazioni che confondono la mente e da una razionalità lineare che risolve i problemi del mondo esterno ma non indaga ne si prende cura dell’interiorità, lasciandoci incapaci di trovare il senso dell’esistenza.

Kant nel 1700 distinse il conoscere dal pensare e dimostrò come la vera realtà sia fenomeno, manifestazione illusoria della vera realtà che resta inaccessibile alla conoscenza o intelletto. E ci mise in guardia dall’andare oltre i limiti della razionalità umana se non vogliamo trovarci a navigare in un mare non tracciato dalle carte e rischiare così di essere soli, incompresi e giudicati folli visionari.

A.Schopenhauer e F. Nietzsche scelsero invece di andare “oltre i limiti” posti da Kant e dare priorità alla mente inconscia, chiamata “Volontà” o “Dionisiaco” essendo il fondamento imprescindibile da cui partire per essere autentici, veri, liberi creatori della realtà, oltre uomini empatici e connessi al tutto.

Gli Idealisti dell’Ottocento scoprono che il pensiero è potente perché crea – “pone” la realtà e l’io umano si auto limita e percepisce separato e solo – l’io pone il non io – ma può scegliere di tornare ad essere spirito infinito, superare i conflitti, le contraddizioni, i limiti, integrando gli opposti in una sintesi sempre più ampia che porta lo spirito (informazione o idea in sé e per sé) nella materia, l’illimitato nel limite, la luce nell’ombra e fa del negativo – ombra – solo un momento imprescindibile del farsi dialettico dell’intero.

Questa capacità dialettica che i filosofi attribuiscono alla Ragione o Logos, la capacità di autentico Pensare, direbbe Kant, per me è la capacità umana ed oltre umana di pensare con la mente alta connessa al cuore.

Sappiamo che Platone identificò il Nous, l’intuizione filosofica immediata del Vero, del Bene e del Bello, nel più alto livello di Sapienza che permette all’essere umano di essere anche divino, di uscire definitivamente dalle ombre, nutrirsi del Sole – Bene – Uno – Amore e trovare così la forza di tornare nella caverna (la matrix costituita da forme pensiero illusorie, condizionanti, svianti, ammalianti ma false) e liberare l’umanità.

Da filosofa che scalda il pensare logico con il sentire emozionale asserisco che la Noesis di Platone o il Pensare vero kantiano consistano nella “comprensione” ossia nella capacità di intuire la verità con la mente alta – intera (i due emisferi) connessa al cuore.

La mente intera o alta non coincide solo con l’attività cerebrale né con il solo emisfero logico razionale o mente ordinaria. La mente intera è il super mentale o super coscienza o mente straordinaria che i filosofi antichi identificavano con il pensare che coincide con l’essere.

La mente alta o intera è un’attività potente che non è appannaggio di un solo organo o facoltà ma coinvolge tutte le aree cerebrali simultaneamente, oltre che il cuore e il corpo.

La mente straordinaria che permette la comprensione è la capacità di tutto il nostro sistema energetico bio informazionale, direbbe la quantistica, di simbolizzare ossia creare collegamenti (simboli) tra essere e non essere, forma e non forma, ordine e disordine. E’ la capacità di unire ciò che manca ossia amare.

Una capacità che è propria sia del corpo che del cuore e del cervello ossia di entrambi gli emisferi.

Il corpo comprende perché registra ed elabora continuamente informazioni; ogni cellula dialoga costantemente con l’intero sistema mente – soma rispondendo al Dna: un’antenna informazionale potentissima connessa con le multidimensioni che comunica oltre spazio e tempo con il campo quantico o ordine implicito, direbbe il fisico e filosofo D. Bohm.

Il nostro corpo, la materia tutta, è energia, onde e particelle, fotoni, bio- informazionale e noi siamo energia densa e sottile, somato psichica capace di dialogare costantemente con il tutto. Noi siamo energia fisica, mentale ed emozionale e copro e mente sono collegati, a dispetto delle affermazioni dualistiche di Cartesio.

Il corpo dunque pensa e con lui il cuore che infatti ha 40.000 neuroni che dialogano costantemente con il cervello. Inoltre il cuore sintetizza un ormone, l’ANP, che stimola la pineale: il cuore sente prima che il cervello decodifichi le informazioni e comunica a distanza (telepatia). Ed il cuore in grado di sincronizzare armonicamente le attività neuro vegetative con quelle cerebrali creando uno stato di pace o “coerenza armonica” che dona calma, atarassia (imperturbabilità), centratura, epochè (astensione dal giudizio), fiducia, fede, speranza, coraggio, forza d’animo, compassione, apprezzamento, gratitudine e soprattutto comprensione.

Quando il cuore pensa – armonizzando i chakra inferiori con quelli superiori (direbbero in Oriente) – si connette alla pineale permettendoci finalmente di “comprendere” ossia “prendere dentro “– portare dentro di noi – ed elaborare, sintetizziamo su un piano più alto, i vissuti senza nome, i pensieri non ancora pensati, gli impulsi caotici, irrazionali, spaventevoli perché nuovi e intollerabili, che costituiscono l’essere vero, la vita. E accogliendoli senza controllarli, giudicarli, bloccarli nella rappresentazione, spiegarli, camuffarli, li lascia essere ciò che sono e li illumina e nobilita. Da emozioni e pensieri intollerabili, li rende tollerabili ossia pensabili. Questo è il viaggio di coscienza che rende conscio l’inconscio, ci rende liberi e fa del destino l’autentica scelta dell’anima.

Il cuore pensa perché sa ascoltare, accogliere, accettare, permettere al vero di manifestarsi, sa lasciar essere, il cuore svela, rivela il vero oltre le paure, le pulsioni condizionanti ancestrali individuali e genealogiche, oltre i giudizi, i pregiudizi, le convinzioni inconsce limitanti, i pensieri già pensati (consci ed inconsci) della mente ordinaria, le forme pensiero individuali e collettive.

E quando il cuore si connette alla pineale, la pigna misteriosa, la regina del palazzo di cristallo, sede dell’anima, comprende intuitivamente ciò che è, dà senso al non senso, porta luce – l’informazione – nell’ombra, nell’inconscio individuale e collettivo, rimosso, negato perché spaventevole, selvaggio, illogico,  incontrollabile, impensabile, inaccettabile, intollerabile eppure insopprimibile perché reale e autentico.

Comprendere è illuminare ed integrare l’ombra dentro e fuori di noi uscendo dalla caverna illusoria delle nostre paure e delle forme che ci confondono, alienano e tengono schiavi.

Comprendere è intuire immediato grazie all’anima (che ha sede nella pineale, la nostra essenza eterna che conosce il senso più alto del nostro essere qui e mostra il senso nell’apparente non senso, la luce nell’ombra, l’amore oltre la paura.

Penso che comprendere sia il pensare autentico ossia amare.

L’amore per me è il fuoco sacro della divina intelligenza, per usare il linguaggio di Eraclito, è la spinta ascensionale e discendente, per usare il linguaggio di Platone, è la Kundalini, è una forza quantica potentissima che integra gli opposti, le parti multidimensioneli di noi, portandoci a vibrare un’ottava più alta, oltre la dualità, grazie alla chiara visione del terzo occhio, il discernimento della mente alta connessa al cuore.

Comprendere è pensare con la mente alta connessa al cuore, è allineare la personalità umana all’anima e allo spirito, è Amare davvero ossia pensare ed essere pienamente ciò che si è, incarnando la propria essenza, passando dalla potenza all’atto, direbbe Aristotele, realizzando la vera natura umana (ubermensch), esprimendo l’essenza nell’esistenza, attuando il proprio potenziale o virtù.